Grave errore fu questo, perocchè non ripetessero già la voce bocche mortali, ma l'eco: e chi non sa che l'eco tanto risuona maggiore, quanto più il luogo è deserto? Livorno se ne sta pingue, stupida, mostruosa sopra il mare etrusco, come la balena buttata alla spiaggia dall'impeto della tempesta.
Ferruccio allora contemplò con religiosa riverenza quelle bastie dalle quali era stato respinto Massimiliano I, don Chisotto fra gl'imperatori; si compiacque immaginare la pazza ira di quel superbo costretto a indietreggiare vinto da così debole castello, con la minaccia sopra le labbra, la paura nel cuore, con la veste lacera, chè una palla da falconetto gli aveva portato via una manica del suo robone imperiale di broccato d'oro trapunto di perle, la quale trovata poi fu venduta cento ducati. Il prode uomo si prostrò davanti alla statua che per ordine della Signoria di Firenze condusse di macigno Romolo del Tadda e collocata sopra la fronte del bastione del Villano in benemerenza della fede e del valore di che fece prova in cotesto avvenimento la gente del contado.
Ella era semplice come la virtù, bella come il fatto che le aveva dato origine. Rappresentava un villano con un palo in braccio, un sacco, un barile ed un cane ai piedi; denotava il palo le palizzate costruite e difese contro Massimiliano imperatore; il sacco e il barile, il pane e l'acqua, a cui stettero contenti gli assediati finchè durò l'assedio; il cane, la fedeltà pel comune di Firenze. E qui è cosa festevole assai notare come l'uomo, creatura superba, scelga un animale per significare qualche sua virtù, il cane per la fedeltà, il serpente per le prudenza, e simile.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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