Ai Fiorentini non piaceremo di certo, almeno io; ma vi sono apparecchiato, perchè Gesù Cristo lo ha detto: Nessuno è profeta in patria sua. Tu vedi che se ti danni, ciò non avviene senza buone autorità sacre e profane.
E sopratutto senza compagnia. Dio vi abbia nella sua santa guardia, messere Bandino.
Fu cotesta una notte consacrata ai tradimenti. A quattro ore di notte Cencio Guercio ritornò a Firenze, e dopo breve spazio di tempo Malatesta Baglioni e il principe Orange, senza altra compagnia che di due uomini d'arme, s'incontrano presso la porta Romana(305).
Messer lo principe
, cominciò il Baglione, "tutta la fortuna della guerra si è ridotta sopra un trarre di dadi. Si accosta il commessario Ferruccio, capitano valoroso, fortunatissimo..."
Capitano italiano, - soldato da insidie; - noi stiamo a buona guardia, ed egli non ardirà tentare l'assalto...
Signor vicerè, dov'io non fossi stato, a quest'ora avrebbero rotto quattro volte il vostro campo. Adesso non corre stagione di garrire fra noi, - lasciamo le parole, che menerebbero troppo in lungo il discorso. Ferruccio ha per avventura maggiore l'audacia che il senno; però senno ha molto. Ferruccio conduce gagliardissimo esercito, e se giunge ad entrare in Fiorenza, potete pensare a ripiegare le tende.
Mi hanno riportata la sua gente sommare appena a duemila fanti e a cento cavalli...
V'ingannarono. Dai ragguagli che egli, il Ferruccio, ha spedito ai signori Dieci risulta menare seco cinque mila fanti e mille cavalli almeno.
Ne siete sicuro, signor Malatesta?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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