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      Allora comincerò davvero a conoscere che ti sta a cuore la Chiesa, ed io andrò persuaso di essere accolto fra gli eletti in paradiso, alla tua delira, Amen.
      Così l'empio Malatesta scherza col delitto e con l'inferno. Dio non paga il sabbato.
     
      Vedeste mai più immobile cosa delle arene del deserto finchè il vento tace? Le sferza il sole co' suoi raggi, - le pestano le piante dei dromedari e dei cammelli, - la caravana vi procede sopra spensierata come sul cimitero della natura: all'improvviso ecco comparisce una nuvola infuocata, - subito dopo il soffio sterminatore; e la bufera del deserto rugge più terribile della procella del mare; - qui arte di nocchiero non giova, - ogni argomento umano vien meno, - quasi serpente inferocito ravvolge la sabbia nelle sue interminabili spire uomini e animali: - dov'è la caravana? Tra un centinaio di secoli una mummia d'uomo, un osso fossile di dromedario o di cammello faranno testimonianza che un giorno fu calpestato il deserto. - Così il popolo.
      Il due di agosto corre una voce, il principe Orange, lasciato il campo, aver mosso contro al Ferruccio; il fiore dell'esercito accompagnarlo; la fama, esitante dapprima, si difinisce e conferma, siccome avviene quantunque volte precorre la verità. Il popolo solleva la faccia contristata per vedere se alcuno viene a sovvenirlo di consigli o di comandi. Gli uni non mancarono nè gli altri. I giovani della milizia, e sopra tutti Dante da Castiglione, presero a dire essere venuto il tempo di combattere, porgere Dio nella sua misericordia l'occasione per liberare la città: il popolo s'infiamma, la parte migliore dei magistrati acconsente, il gonfaloniere esulta ancora egli e promette in tanto stremo non si rimarrà neghittoso a vedere.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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