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      Il signor Malatesta
      , riprese Francesco Carduccio, "ha pur anche dimenticato che quantunque volte i Fiorentini assaltarono il campo, stettero a un pelo di metterlo in rotta... La causa poi per cui mancammo il fine, se si partisse dalla fortuna o da che muovesse, - meglio di tutti può dirvi qui Malatesta Baglioni."
      Carduccio, Carduccio, la vostra lingua ferisce velenosa quanto quella della vipera.
      Piuttosto le vostre orecchie stanno tese con più paura che quelle della lepre.
      Voi mi portate rancore, voi vorreste farmi capitare male, - un giorno verrà in cui i Fiorentini si accorgeranno chi di noi due fu traditore.
      Ma io credo che, per saper questo, i Fiorentini non abbisognino aspettare pure un istante.
      O signore Stefano
      , interruppe il gonfaloniere, "perchè non ci aprite la mente vostra? In negozio di tanta importanza certo il vostro consiglio varrebbe a farci deporre o confermare la opinione nostra; - in nome di Dio, favellate."
      Onorando messere Rafaello, questa eccelsa repubblica possiede copia di capitani, come il signor Malatesta e il commessario Ferruccio, i quali assai meglio di me varranno a torvi d'impaccio; pure, dacchè così volete, vi dirò schiettamente il parer mio. Nei termini ai quali vi veggo ridotti, vi consiglierei ad accordare; nonpertanto io vi ho promesso difendere il poggio, e sia che si voglia, - vi terrò fede: se delibererete uscire, uscirò anch'io, non degli ultimi, ma nè anche dei primi! - è tempo che il signor Malatesta assuma questo principalissimo ufficio di capitano generale.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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