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      Prodi uomini
      , si volge il Carduccio ai capitani chiamati nella consulta, "pare a voi potersi assalire il campo con buona speranza?. Siamo da quindicimila contro quattromila, nč l'animo ci manca."
      Non č vero... e' v'inganna
      , grida Malatesta.
      Tacete, Malatesta, - io ve lo impongo in nome della legge. Stanno in Fiorenza quindicimila circa soldati, - buona e animosa gente; - il principe d'Orange ha abbandonato il campo, si trae seco quattro colonnelli italiani, tutti i cavalleggeri, compresi gli stradiotti, non so quanti archibusieri, da tre mila e pių fanti tra Tedeschi e Spagnoli; - arrogete il campo essere scemo delle bande del Maramaldo e del Vitelli; - ancora, devonsi aggiungere gli Spagnuoli ribellati che sotto la condotta di Cuviero stanziano ad Altopascio; - noi dunque superiamo adesso di gran lunga il nemico
      .
      Odilo!
      proruppe Malatesta, "non par ch'ei dica la veritā? Come avete saputo tutte queste cose, messere?"
      Queste sappiamo ed altre pių assai, Baglione. - Noi sappiamo ancora che ieri a tre ore di notte...
      Che ardireste?...
      A tre ore di notte due uomini fuori di porta Romana si restrinsero a segreto parlamento; - uno di loro adesso arriva a Prato; - voi comprendete che possiamo dunque sapere dove in questo punto si trovi l'altro, - Malatesta...
      Ah! voi mentite...
      Soldato! Se tu sei barbaro, come Brenno, sappi che io sarei romano, come Papirio; ma rammenta che le armi di che hai cinto la persona e l'apparecchio dei cinquecento soldati coi quali tu minacci non potrebbero forse salvarti.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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