I morti dicevano: "Le nostre ossa sono secche, - la nostra speranza è perita, - e in quanto a noi siamo sterminati."
Ma il Signore rispose: "Ecco, io apro, o popolo mio, i tuoi sepolcri, io ti traggo fuori delle tue sepolture, e ne compongo una sola nazione sopra la terra. - Io prendo la verga dove sta scritto Josef, che è in mano di Efraim, e quella della tribù d'Israel sue congiunte, e le metterò sopra la verga di Giuda e ne farò un medesimo fascio, e saranno una stessa cosa nella mia mano."
Alla voce di Dio le ossa si accostarono ciascuno al suo osso, lo spirito entrò in loro, ritornarono in vita, si rizzarono in piedi e furono un grandissimo esercito.
Oh! perchè mi manca la fede del profeta! Qui si vuole la mano di Dio, ed io non ardisco sperare nel miracolo.
Se io esclamassi sopra i vostri sepolcri: "Sorgete!" la mia voce spirerebbe prima di giungere alle soglie della morte.
E l'eco me la rimanderebbe come uno scherno.
Almeno, poichè io vi evocava dal vostro riposo, potessi, o sacri spettri, diffondere sopra di voi la luce del canto, rivendicare il vostro nome all'oblio dei secoli ed alla ingratitudine degli uomini!
Ma di ciò degno nè altri mi crede nè io stesso; - porto le pene della mia audacia, perchè i rimorsi mi travagliano e la paura.
E sì che io visitai i luoghi dove combatteste, o miei padri, con religione pari a quella del pellegrino che muove al sepolcro di Cristo, - toccai le armi che stringeste nel conflitto(314), - bagnai la bocca alla medesima fontana dove dissetaste le labbra riarse dall'ardore della battaglia, - tolsi un pugno della terra delle vostre sepolture e me lo accostai al cuore perchè mi s'infiammasse e sapesse dire.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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