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      E sopra tutto il vostro numero, sette volte maggiore di quello del Ferruccio
      , interruppe con gran voce il Bandini(328).
      Orange abbassò arrossendo la faccia e, subito dopo rialzandola ridente, soggiunse:
      Non saremo poi tanti, Bandino. In ogni caso, anche per questa parte possiamo star certi della vittoria. Non pertanto mal ti avvenga, Bandino; interrompendomi tu hai tolto alla storia la più bella arringa che mai siasi avvisato di fare un capitano di esercito da mille anni a questa parte. Adesso non mi riesce riprendere il filo degli argomenti... Oh Dio! mi stanca tanto pensare. Meglio così, imperciocchè se ci scapita la storia, ci guadagnate un tanto voi altri soldati; - io vengo subito alla conclusione, ed è questa, - beviamo(329).
      Non aspettarono i soldati a sentirselo dire due volte. Messa mano ai barili, ne empirono capacissime tazze e le mandarono in volta alternando risi, motteggi ed augurii per la vicina battaglia.
      Il principe, bevuta prima una ed un'altra tazza, n'empì la terza, e considerando che il Bandino, assorto nella sua cupezza, non domandava da bere, gli porse la propria tazza dicendo:
      Bevi, Bandino, perchè potrebbe darsi che il fato ci contendesse bagnare un'altra volta le labbra nel divino liquore.
      Il Bandino, accostatasi appena la tazza alla bocca, la consegnava ad un paggio, - il poco vino libato sparse per terra; - gli parve avesse sapore di sangue.
      Ora in quel luogo accadde ciò che nel medesimo punto avveniva a San Marcello. Il cielo si annuvolò ad un tratto e rovesciò sopra la terra grossissima pioggia.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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