Orange e l'esercito stando fuori allo scoperto, ne rimasero bagnati fino alle più riparate parti del corpo; nè di questa avventura rimase per nulla sbigottito il capitano cesareo, ma anzi traendone favorevole auspicio, non senza molto riso così favello:
Soldati! Noi non anderemo punto imbriachi alla guerra contro i nemici, poichè con tanto favore Iddio ci adacqua con le sue sante mani il vino(330).
Ciò detto, con prontezza non meno che con savio intendimento dispose l'ordine della battaglia, il quale fu questo. Mandò innanzi Teodoro Becherini, Zucchero Albanese, Rossale, Francesco da Prato e Antonio da Herrera con i cavalleggeri, e per difesa maggiore diede loro in compagnia trecento veloci archibugieri, imperando che dovunque incontrassero per la via luoghi angusti pei quali con difficoltà passasse la cavalleria, quivi ponessero certe squadre di archibugieri; onde se a caso, abbattendosi nei nemici grossi, avessero dovuto retrocedere da queste squadre appostate su i poggi, ciò potessero fare a poco a poco senza sbandarsi; e se invece il nemico fosse venuto loro sopra in luoghi piani dove scorgessero la cavalleria agevolmente adoperarsi, allora si spingessero innanzi e facessero ogni sforzo di entrare in Gavinana prima del Ferruccio, avendo avuto dagli esploratori ragguaglio il capitano fiorentino intendere ad occupare Gavinana e quivi afforzarsi contro di loro, unendosi a quanti per quella montagna parteggiavano per la fazione guelfa o cancelliera, ed erano amici alla Repubblica Fiorentina.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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