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      Il Ferruccio non profferì parola, ma a corsa si spinse incontro al nemico sbarrandogli lo sbocco alla piazza; gli tennero dietro Vico Machiavelli, Nicolò Strozzi, Goro da Montebenichi e molti altri dei valenti uomini che rammentammo di sopra, - oppongono una muraglia di ferro; adesso coloro che tra i nemici si mostrano più volonterosi vorrebbero ritirarsi, ma sospinti dalla piena dei sorvegnenti vanno a trafiggersi sopra le picche dei nostri; alcuni, tolto coraggio dalla disperazione, menarono orribili colpi, ma alla fine furono spenti; già d'intorno al Ferruccio si era innalzato un riparo di morti e di moribondi, sicchè gli convenne per mantenere la terribile zuffa calpestare quel baluardo di carne umana. Ad accrescere l'eccidio, uomini e donne lanciavano dalle finestre e dai tetti sassi, tegoli e di ogni maniera masserizie su le teste degl'imperiali, che vedute dall'alto avevano sembianza di palle da artiglieria disposte per entro un quadrato. Durò gran pezza la mischia, e il Ferruccio si sentiva stanco, non sazio di uccidere; l'armatura, già brunita splendidamente, appariva adesso vermiglia dal cimiero agli sproni, qua e là ammaccata, in parte fessa; pensò nuovo modo di strage, si risovvenne delle trombe di fuoco, e mandò Vico a vedere se la pioggia ne avesse lasciata illesa qualcheduna; ne rinvenne tre buone a farne uso, le portò frettoloso, le dispose con diligenza e, avvertiti i compagni affinchè si cansassero, appiccò loro il fuoco: prorompe una tempesta di palle, di scheggie, di vetri e di simili altri proietti di cui solevano i nostri antichi riempire le macchine di guerra; - la strada rimase sgombra; - di tanta gente stipata avanza un mucchio informe di membra lacere, e su le pareti delle case appaiono attaccali frantumi di cervelli umani, o impresse col sangue le forme dei corpi quivi schiacciati; l'impeto della vittoria non concesse ai nostri osservare per quale orribile rivo cacciavano le gambe, si spinsero oltre sguazzando nel sangue allo esterminio nemico(333).


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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