I nostri, diloggiati i nemici, stanziavano nel campo di Vecchieto, e ottimamente riparati dai castagni, che quivi anche ai dė nostri vediamo pių grossi che altrove, dirigevano contro ai nemici disposti allo scoperto sul piano delle Vergini una tempesta di palle spessa e fragorosa come grandine. Pieno di pericolo l'inoltrarsi, ma l'Orange credeva che palla plebea non valesse a forare il corpo di un principe.
Tra il piano delle Vergini e Vecchieto havvi una via alpestre, e in questa strada, ma pių vicina al primo campo che a quello di Vecchieto, occorre una fontana con la immagine della Madonna; ella se ne sta in mezzo a tanta rabbia di uomini, quasi colomba posata sul margine del vulcano. Perchč non placa ella i feroci? Perchč sensi mansueti non diffonde nel cuore degli omicidi? I ferri si inchinano davanti il seno delle femmine, - l'istrumento della morte rifugge dal seno onde traggono il primo alimento le creature umane. Avevano il cuore aspro come pietra i Romani e i Sabini, e non pertanto diventarono miti alle supplicazioni delle donne imploranti pace. Ma cotesti non erano figli di una medesima terra; nessuno oltraggio avevano agli assalitori arrecato i Fiorentini; essi lasciarono derelitte le mogli e le madri a casa per disertare altre madri, altre mogli; i campi abbandonarono incolti per devastare altre campagne: male dunque a loro avvenga, abbiano la tomba che si sono meritata, sieno scordati dalle mogli lontane, le quali l'annunzio della morte loro sentiranno come si ascolta la nuova delle fortune insperate.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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