La porta principale essendo elevata assai dal terreno, vi si salisce mediante una scala a due branche che lasciano uno spazio di alquante braccia quadrate davanti la porta.
Qui sta Maramaldo volgendo di tratto in tratto lo sguardo verso la porta Apiciana per vedere se il Ferruccio giungesse. Finalmente l'empia voglia gli rimase soddisfatta; - si apre la folla, e il Ferruccio, tratto a vituperio con ineffabile angoscia sopra i bastoni delle picche, si avvicina alla casa Battistini.
Maramaldo con subito alternare diventa in volto bianco e vermiglio, - vuole incitarsi a furore, siccome costumano le belve flagellandosi i fianchi con la coda; e non pertanto, malgrado che provocasse l'ingegno plebeo già troppo di per sè stesso corrivo all'ingiuria, non sapeva spingergli su i labbri una contumelia qualunque; la coscienza gli mormorava dentro: Codardo! egli vale troppo meglio di te.
Glielo distesero ai piedi, ed egli stette lungo tempo a guardarlo senza potere profferire parola, poi cominciò tra lo scherno e la rampogna:
Infelice! Vedi a che ti ha ridotto il folle pensiero di resistere alle armi di sua maestà Carlo V imperatore e re, e del Beatissimo Padre? Vedi, sconsigliato, come in mala ora lasciavi il fondaco? Credevi forse che il combattere battaglia fosse così agevole che misurare panni? Stolto! Tu hai senza scopo empito i sepolcri di tuoi concittadini. Tu, alla vanità che ti rode compiacendo, hai sagrificato migliaia di uomini. Dio ti ha riprovato, - Dio ti confonde ai miei piedi; - io potrei calpestarti, e tu lo meriteresti; - ma rispetto in te il segno del cristiano - e ti risparmio.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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