- Così...
Signor Malatesta, noi ne abbiamo sicurissimo ragguaglio.
Ed io vi dico che vi hanno ingannato. Voi non avete più speranza di vincere, e credetelo a me, che sono uomo di guerra: abbandonatevi nelle mie braccia; sutor ne ultra crepidam, - a voi i negozi, la spada a me. - L'ordinanza!... Voi avreste fatto un gran bene a lasciare cotesta gioventù ai suoi fondachi, che le bisogne sarieno state assai meglio amministrate...
L'ordinanza, messere...
L'ordinanza, messeri, ha fatto più male che bene, e adesso non potrebbe fare più nulla. Sentite, io vi amo, e perchè vi amo vi consiglio ad accordare: - ho già consultato don Ferrante... voleva dire il principe Orange, e promette buoni patti...
Chi ve ne dava la commissione?...
Me la sono tolta da me; io faccio la cosa utile, mi vesto da gestore di negozi, come dicono i giureconsulti... appunto perchè sono cristiano e temo Dio, voglio risparmiare la effusione del sangue e conseguire con parole di pace quello che ormai non potreste ottenere con la guerra; appunto perchè intendo l'onore, mi piace guadagnarmi la fama che nasce da salvare una città nobilissima, qual'è questa vostra; pur troppo accolgo viscere di padre, e come padre sento qual debito avrei presso gli uomini e presso Dio, se compiacendo ad alcuni Piagnoni io lasciassi andare a fuoco tanti magnifici ostelli, a sangue tanti incliti cittadini; se nulla mi premesse il decoro di tante vergini e di tante gentildonne. Io dunque ho già convenuto su i patti meglio importanti con don.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Malatesta Ferrante Orange Dio Dio Piagnoni
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