- Traditori!... scellerati!... voi mi vorreste con coteste vostre parolone lunghe un miglio cacciare via per governare le cose a vostro senno. - V'ingannate a partito; ho giurato salvare Fiorenza, e la salverò in dispetto dei tristi; e tu, iniquo ambasciatore di una sinagoga di farisei, prendi la mercede che si conviene al tuo inverecondo ministero...
Prima che il mal giunto Andreuolo se ne potesse accorgere, Malatesta, cacciato fuori un pugnale, gli tirò presto tre colpi, di cui uno solo avrebbe certamente apportata la morte al Niccolino, dove la infermità non gli avesse tenuto in quel giorno più che negli altri attrappite le braccia. Tuttavolta Andreuolo, tra lo stupore e lo spavento, non sapeva muover passo o sciogliere la lingua; sicchè il Baglione, nonostante storpio com'era, lo avrebbe finito, se Alamanno e Zanobi, forse tardi scorgendo l'inganno, non accorrevano a levarglielo di sotto.
Francesco Zati, pensando sovrastargli il suo ultimo giorno, caduto ai piedi del Malatesta, lo scongiurava a salvargli la vita; ed egli sdegnoso gli rispondeva:
Va al diavolo! - io non voleva te, ma quel tristaccio del Carduccio(345).
Intanto nel palazzo si era levato rumore grande. I soldati, le barbarie del capo superando, gittatosi in folla sopra al mazziere e al notaro, li percuotono turpemente, tolgono loro il danaro e perfino le vesti di dosso, le mazze di argento involano, le mule dei commessari non rispettano meglio: che più? Gli stessi commessari, quantunque difesi dai giovani fiorentini, non andarono illesi dalla rapacia e dalla brutalità di costoro; toccarono percosse da vicino e da lontano, a brani a brani furono loro strappate le cappe di dosso, e non senza sforzi gagliardi poterono uscire salvi dalle mani di quei masnadieri.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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