Eravi Alamanno dei Pazzi, sangue degenere dei Pazzi, che congiuravano contro i Medici quando essi, deposta la lunga arte, si manifestarono tiranni alla ricisa; eranvi quattro dei Capponi, tralignati figli di tanta casa, i quali cosė illustre nome eredarono quasi peso che le forze loro non bastavano a sopportare; eravi...: ma la mente abborre l'ingrato ufficio, e la mano rifugge dal vergare cose nefande. O Memoria, quando ai lontani nepoti tramandi le geste degl'incliti avi, te meritamente salutarono i poeti genitrice delle muse; - ma quando narri la storia delle turpitudini antiche, io penso che dal tuo grembo traessero ben anco nascimento le Furie.
Il magnanimo Castiglione, percorso che ebbe col guardo la piazza di Santo Spirito, sentė mancarsi sotto le gambe, un freddo sudore gli si diffuse per la persona, ed accostandosi vacillante al Verrazzano gli disse:
Bernardo, sostienmi...; mi cade l'anima e il coraggio; adesso conosco che la patria č perduta davvero.
E il suo meno appassionato compagno rispondeva:
Io lo sapeva anche prima; non pertanto proviamo.
E Dante allora co' segni della pių disperata desolazione, piangendo lacrime che lasciavano un vestigio ardente sopra le sue pallide guancie, - meglio che con le parole esprimendosi con singhiozzi, abbandonandosi nelle braccia di chi primo gli si parava davanti:
Pazzi
, diceva, "Capponi, Cavalcanti, - voi qui! Pazzi; adesso si fabbrica, non si distrugge un tiranno, - e voi qui, Capponi! - per Dio! non vi rammentate che i maggiori vostri con l'ingegno e col sangue difesero la Repubblica?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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