I meno inverecondi dei giovani non ardivano schiudere le labbra, - l'un l'altro mirava spiando nel volto del vicino la risposta da darsi. Allora i codardi, temendo le parole ardenti del Castiglione, proruppero in ischiamazzi plebei, col fango dell'anima loro pensarono contaminarlo dicendogli oscene ingiurie e contumelie di ogni maniera.
Boni Boni, curvandosi all'orecchio del Morticino, susurrava:
E' farebbe mestieri cacciarlo via dalla piazza.
Certo che sì, - ma come?
Oh! non sapete che l'anima nostra fa più lungo cammino e più presto con una palla di piombo che non con sei mute di posta?
Il Morticino declina l'archibuso, ne volge la bocca alla volta di Dante e accosta la corda accesa al focone; il colpo partiva(346).
Alamanno dei Pazzi con pronte mani strappa all'Antinori l'archibuso e, gittandoglielo a terra, così lo garrisce:
E pârti poco quello che facciamo, onde tu vi aggiunga ancora il vanto di assassino?
Però crebbero gli urli, e con gli urli furono lanciate pietre contro il Castiglione, il quale, conserte le braccia sul petto, sostenne l'infame oltraggio senza piegare il collo, senza stringere le ciglia; e comecchè i sassi in più parti gli rompessero la persona, i suoi labbri non si mossero ad accento che denotasse ira o dolore.
Poi all'improvviso scosse la testa ed esclamò:
Uccidetemi, ma ascoltatemi.
E si mescolò tra' suoi percuotitori, e quale abbraccia, qual bacia e quale strascina, pure pregando che vogliano affrettarsi in aiuto della patria.
Perchè si arresta il magnanimo? Per qual cagione alla intensa alacrità successe tanto stupida quiete?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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