.. - All'improvviso allibbisce e tace, e seco gli altri, che una nuova giunge disperante in palazzo: Malatesta avere fatto impeto alla porta di San Pietro Gattolino, dispersa la guardia, cacciato l'Altoviti che vi stava a capitano, rotte le imposte, intromesso il nemico; le artiglierie, a lui affidate in difesa della città, averle volte ai nostri danni e minacciare ridurre i nobili palazzi, l'egregie basiliche in un mucchio di cenere: stanziare insieme con lui Baccio Valori e don Ferrante Gonzaga. In tanta confusione di eventi, in così grande imminenza di pericolo non avere potuto la Signoria o saputo abbracciare partito altro migliore che quello di rendere a Malatesta il bastone e al Bartolino il commessariato; atto primo della ricuperata autorità di ambedue questi tristi essere stato disfare la Signoria, convocare gli Ottanta ed eleggere quattro cittadini, Bardo Altoviti, Iacopo Morelli, Lorenzo Strozzi e Pierfrancesco Portinari, per fermare la capitolazione...
E non vi basta? - E vi par poco, Bernardo?
interruppe Dante, e poi con maligna intenzione soggiunse: "Ora in rimerito delle mille pugnalate abbiatevi questa una. Voi, che andavate tanto superbo della vostra stirpe, - voi che affermavate da memoria di uomini incontaminato il candido manto dei vostri cani(347), Bernardo, andato a casa, ardete le immagini dei padri, ardete gli stemmi, me, voi, tutti i Castiglioni e i nostri palagi sopra essi, imperciocchè la nostra schiatta siasi avvilita per sempre; - colà, - su la piazza di Santo Spirito, Giovambattista dei Castiglioni patteggia co' traditori ai danni della patria.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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