Ma ed allora chi anche gli offenderebbe, se essi non vivessero più? Andasse, si affrettasse; il signore Stefano avrebbe loro fatto spalla a fuggire; - ogni indugio mortale.
Aggirato, confuso, andò il Castiglione o piuttosto lasciò condursi, chiuso nel suo dolore, con le braccia incrociate sul petto, a viso chino, e pervenuto alla porta San Nicolò, levò gli occhi, la guardò una ed altra volta sospirando; - quindi chiamatosi dappresso Bernardo gli domandava:
Bernardo, pel sangue di Cristo, ditemi il vero: dov'è Michelangiolo?
In salvo.
E il Carduccio?
Non si è più visto, e lo crediamo salvato...
[Footnote 1:]Gran mercè. Ora sul limitare della porta io scuoto dal mio calzare una terra maledetta, - la terra della mia patria, perchè sta per produrre il frutto della tirannide.
Ma quel pietoso vecchio di Bernardo curvandosi a stento ne raccolse un pugno e tornò a cospargergliene i sandali dicendo:
No, figliuolo mio, ella è terra di sventura. Negli amari passi dell'esilio due sole cose ti rimarranno della patria - la sua memoria nel cuore, - la sua polvere sul calzare, - e allora ti sarà cara anche questa, e penserai parte di lei ricoprire i tuoi padri, - i tuoi parenti - e forse anche me che ti amai tanto; - serbala, Dante mio; noi adoriamo reliquie meno sante di lei.
Varcarono le porte, - si dilungarono alquanto; all'improvviso Dante volge la faccia alla patria che abbandonava, e vede Bernardo sopra l porta che gli manda un estremo saluto -; poi si chiusero le imposte, e non vide più nulla.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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