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      In questa maniera si adempiva ad uno dei patti della capitolazione poc'anzi riferiti, cioè che la città non fosse tenuta a sborsare oltre a scudi ottantamila, per le paghe dell'esercito. Almeno era sincero lo Stufa!
      Rimane il sangue. Pierodoardo Giachinotti, commessario di Pisa, dove si era condotto con rarissima fede, ebbe ordine di consegnare la città a Luigi Guicciardini; ossequente al comando, improvvido della insidia, egli la consegnò al nuovo commessario, e questi, con lusinghevoli parole assicurandolo, licenziata prima la gente della repubblica, gli pose all'improvviso le mani addosso e, gittatolo in prigione, lo martoriò con crudelissimi tormenti. Già non adoperò costui la corda, l'eculeo e gli altri strazi per fargli confessare un delitto qualunque, imperciocchè egli troppo bene sapesse non essere colpa in lui, ma perchè togliendolo subito di vita non gli sembrasse troppo mite la morte: quando poi vide non avere parte del corpo dove non fosse piaga, gli fece mozzare la testa. A papa Clemente bastava che fosse spento; Luigi vi aggiunse di suo gli strazi, e ciò per la ragione, che, essendo stato partigiano del vivere libero il gonfaloniere della Repubblica, immaginò riacquistare fede presso i Medici ostentando ferocia. I rinnegati di ogni tempo si rassomigliano tutti. Clemente papa nel suo segreto esultava, chè a lui non sarebbe sembrato aver vinto, se non giungeva ad avvilire la umana natura e rompere quel vincolo di confidenza e di amore senza del quale le compagnie, le famiglie e le cittadinanze si scompongono.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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