Non pertanto ai Guicciardini, Francesco e Luigi, al Nori e agli altri Palleschi sembrava poco la morte, e ognuno andava ingegnandosi di farla precedere da qualche suo tormentoso trovato o da plebee villanie, che le anime altere offendono meglio degli strazi. Furono tutti i mentovati messi al martoro; sospesi con la infame corda, confessarono quanto vollero i giudici iniqui, - tocca appena co' piedi la terra smentivano il detto, sč protestavano innocenti: solo le parole strappate dal dolore facevano fede, - delle altre non prendevano ricordo. Il Carduccio, tosto che vide allestita la fune, dichiarō non esser mestieri cotesto argomento per indurlo a confessare; imperciocchč non pure confessava, ma si recava eziandio ad onore avere amministrato le cose della Repubblica contro i Medici: - e non gli valse. Legato, riprese risparmiassero cotesta immanitā; sapere essere venuta da Roma la sua condanna; stessero contenti alla sua morte; di pių non avere comandato nč desiderato lo stesso Clemente: e nemmeno questo gli valse, - lo vollero ad ogni costo mettere al tormento. Confermato tra i tormenti il supposto delitto, lo interrogarono se avesse a dedurre discolpa.
Discolpa per aver difeso la patria? egli rispose, - guardimi Dio dal farlo! Cosė avessi potuto salvarla!
Bernardo da Castiglione, richiesto anch'egli se avesse ad allegare difesa, rispose, come nelle stragi napoletane Manthonč e Speziale(358): "Se la capitolazione non basta, non saprei e nč anche vorrei presentarvene altra."
Stanchi, non sazi di oltraggiarli, li condannarono.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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