Del che tante più si dovrà o maravigliare o stomacare chiunche saperrà che la volontà di Clemente era che per più tempo ad ogni mano d'Otto si seguitasse di confinarne degli altri: ma le grida che si sentivano per tutta Italia e fuori, non senza grandissimo carico di don Ferrante, giunsero all'orecchie di Cesare, e questo cagionò che in confinando non si procedette più oltre(361)."
Questo era il perdono di papa Clemente!
In qual modo si adempisse il patto sostanziale, salva sempre la libertà, adesso e più brevemente esporremo.
Un Giovannantonio Mussetola venne a Firenze con certa carta che fu detta bolla d'oro, fatta da Carlo V in Augusta a' 21 ottobre l'anno 1530, e visitata prima la santissima Nunziata dei Servi, secondo la vecchia arte di regno con la quale si tenta chiamare la Divinità a parte delle tristizie dei potenti, andò in palazzo seguito da moltitudine di popolo gridante: Palle, - Medici, - Carlo, ed altre simili voci. La Signoria gli andò incontra fino alla scala; egli entrato nella sala dei Dugento salì sopra un rialto tenendo a mano dritta il duca Alessandro, a manca il gonfaloniere con quattro signori per parte; drizzatosi in piedi, con reverenza lesse la bolla.
Diceva in sostanza il foglio: essere Firenze decaduta dai suoi privilegi per la temeraria guerra impresa contro lo imperatore; averla però di nuovo tolta in grazia per la clemenza propria e ai preghi di papa Clemente; ordinare che la famiglia dei Medici e conseguentemente Alessandro, duca di Civita di Penna, suo genero, si ricevessero e accettassero con quella stessa maggioranza la quale vi avevano innanzi che cacciati ne fossero, e, riformandosi lo stato come avanti il 1527, il detto duca fosse capo di tal reggimento in tutti gli uffici e magistrati, finchè durava la vita sua; e lui morto, i suoi legittimi figliuoli ed eredi e successori maschi discendenti del corpo suo; e mancata la linea legittima di Alessandro, succedesse in quella maggioranza il più propinquo parente della medesima casa.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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