Ma anche lui prima di morire punse il desiderio di contemplare dall'alto un'altra volta Firenze, - e s'invogliò di una fossa posta sul colle più prossima al cielo per ricevervi le prime rugiade, il primo e l'ultimo saluto della luce, per sentire più da vicino la tromba dell'arcangiolo quando chiamerà i morti, imperciocchè i giusti non rifuggano dal giudizio di Dio. - Colà verso Trespiano, ove di presente giace il cimitero della mia città, alcuni marraiuoli condotti a prezzo, pochi giorni dopo la resa, scavavano fosse e vi stipavano i cadaveri dei morti sparsi alla campagna, per amore di tutelare dai maligni effluvii l'aere del contado. Qui venne alternando lento i passi Pieruccio; - a vederlo non pareva cosa umana. - Egli non piangeva, perchè aveva consumato le lacrime; - non sospirava, perchè l'angoscia lo aveva fatto di pietra: - giunse sul margine di una fossa; il marraiuolo zappando non lo badava; - intento al suo lavoro empiva l'aere di un canto sinistro, di cui il concetto era questo:
La ballata dell'uomo e del mattone.
L'uomo è troppo superbo, e il mattone troppo umile; - non pertanto entrambi escono dal mio seno, ed entrambi vi tornano; - entrambi io terra amo come figli gemelli, - l'uomo dico e il mattone.
Quando la gran madre natura comandò che dal mio seno spingessi fuori l'uomo, mi disse: fammi un uomo; - e quando volle il mattone ancora, disse: fammi un mattone; - nacquero per la virtù delle medesime parole: la creta dell'uno stava accanto alla creta dell'altro, caso fu che il mattone non nascesse uomo, e l'uomo non nascesse mattone, proprio fu il caso; ora dunque perchè l'uomo insuperbisce sopra il mattone?
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Firenze Dio Trespiano Pieruccio
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