Tratto che lo abbi in questa parte, tu intuoni una canzone di scherno, a cui gli angioli rispondono piangendo, e le bocche dei demonii divampano fiamme di allegrezza.
Leggendo del giuoco sanguinoso che tanto piace allo Spagnuolo, - allorchè il perfido uccisore si accosta insidiando col mantello rosso al re della mandra - e glielo para davanti agli occhi, - e lo induce a piegare il collo per cacciargli tra le vertebre la spada, - gemei e dissi: Così la Speranza!
Siede intera la umanità al convito di Tantalo, - lei la sete tormentano e la fame tra sorgenti di dolci acque che rifuggono dalle labbra inaridite, e tra frutti che si allontanano dalla mano bramosa. - Te salutai, Speranza, come il più tristo dei pensieri che nacque in mente a Lucifero - quando col cuore pieno di rabbia precipitava dal cielo all'inferno.
In cielo, in terra, in mare, tra uomini e tra belve, quanto mi occorse di perfidamente iniquo osai di assomigliartelo, o Speranza.
Io ti calunniava.
Figlia alata del desiderio, secondo che tuo padre ti genera turpe o generosa, tu ritorni a rallegrare la mente donde sei uscita, come la colomba dell'arca con l'olivo in bocca in segno di più felice avvenire, o, come il corvo, ti svii a divorare i cadaveri.
Tu nasci dal fuoco, però che il desiderio sia una fiamma, - e s'egli arda fosco e colpevole, tu ti diffondi per l'orizzonte della vita come fumo di bitume che i venti disperdono, e gli uomini maledicono; - se invece sieno sacre le fiamme che ti partoriscono, te accoglie il firmamento candidissima nuvola che la luce ama tingere nei colori della conca marina, e gli aliti della sera ondulare soavi, quasi perla sul seno della vergine che palpita.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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