Più pietosa assai delle preghiere che Omero cantò(373), per rifiuto nè per oltraggio tu ti sdegnasti; - voce mutata e sembianza, non salisti al cielo ad imprecare vendetta sopra lo inospitale, - ma sotto rigido aere, per notti procellose, ti sei posta senza lagnarti a piè della porta, pure aspettando che ti venissero aperti i domestici penetrali.
Chiusa ch'ebbi la lapide di granito sopra la tomba della patria, - io vidi la Speranza dall'altra parte del tumulo sorridente e serena. Poi levò la mano e descrisse col dito teso nei cieli l'iride dell'alleanza; - poco dopo, agitando le sue bellissime ale di farfalla, ne scosse una polvere splendida quanto il raggio della prima stella che scintillò sopra la terra, e - "Se vuoi un segno", - ella disse, - "volgiti alla terra e guarda il segno."
Ed io declinai lo sguardo, e sul granito era cresciuta una messe degna di lui; - aveva lo stelo di acciaro forbito, la spiga a guisa d'impugnatura di spada.
Un angiolo
, riprese, "uscirà tra poco dal tempio e griderà con gran voce: - Mettete dentro la vostra falce, imperciocchè l'ora del mietere sia venuta, e il ricolto rimasto sopra terra si secca(374)."
A che dunque l'angiolo indugia? La raccolta non pure è matura, ma la terra è stanca di sopportarla.
Quasi turbine di polvere cacciato dal vento, miriadi di giorni al soffio del tempo passarono sopra la faccia del mondo, - però quel giorno non cadrà immemore di mano al secolo dentro l'abisso; schiuse appena le palpebre, la eternità gli porgerà alimento con le mamelle di bronzo, - i sette giorni della creazione al suo primo apparire lo saluteranno dicendo: Quantunque nato a distruggere, tu non ci sei meno fratello; - benchè tardi venuto, ti sentiamo più grande di noi; - noi sospendemmo alle volte dell'empireo il sole, la luna e gli altri luminari, - ma ci dimentichiamo dell'astro senza del quale il sole non iscalda, non rallegra la luna; campo di morte è la terra, e che tu vieni adesso per porvi - l'astro della libertà.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Omero Speranza
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