Re III, c. 2, v. 5. "Oltre a ciò tu sai quello che mi ha fatto Joab figlio di Sarvi. - 6 Non lasciare scendere la sua canutezza in pace dentro il sepolcro. - 8 Ecco oltre a ciò appo te Semei, figliuolo di Gera, il quale mi maledisse; io giurai per lo Signore non lo fare morire con la spada; - 9 ma ora non lasciarlo impunito; - fa scendere la sua canutezza nel sepolcro per morte sanguinosa." - Ecco il legato di David, santo re.
(350) Samuel. 2, cap. 6.
(351) Fra' Ughi dice 2000, e aggiunge di un bel vedere. L'annotatore si scandalizza; ma il frate, a parer mio, la pensava più giusto: Italiani venuti a combattere contro la libertà più detestabili assai erano degli stranieri, e il padre degli oppressi poteva e doveva esultare nel vederli di mala morte morire.
(352) Il Nardi, l. 9 delle Storie, "aggiunse: si disse poi che, vivo o morto, ebbe in sepoltura il fiume Tevere."
(353) Machiavelli, Il principe.
(354) Stor., l. 12.
(355) Discorso del sublime di Michelangiolo.
(356) Un umile uomo, sagrestano di San Niccolò, i premi promessi e le pene minacciate disprezzando del pari, salvò Michelangiolo. La storia ne tacque il nome. Francesco Guicciardini conte lo cercava a morte, e va famoso per le bocche dei posteri; ma chi alla celebrità di costui non anteporrebbe l'oblio del povero sagrestano? Ancora i lettori pensino a questo: un conte vuol morto il Buonarroti e non riesce; un popolano lo vuol vivo e lo salva.
(357) S'è vera, apparirà singolare ai dì nostri la cagione della benevolenza di don Ferrante Gonzaga per Raffaello Girolami.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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