Gli furono addosso i nemici, e degli amici quelli, che si erano fatti della Patria una pentola per cocervi gli alimenti di casa. Le anime romane udirono nelle antiche sepolture la voce, e parve loro antica e conta, sicchè rimescolaronsi, e sollevarono i coperchi. Dalle dimore della morte dei vecchi padri usciva un'alito, che bastò ad infiammare il petto dei pretesi vivi di mirabile ardore.
E vi hanno cose che non si possono ridire, come ve ne sono di quelle, che non si possono rappresentare. Timante, pittore, non velò la faccia di Agamennone presente al sacrificio della figliuola Ifigenia? Chi potrà favellare della ignominia di Aspromonte senza sentirsi il cuore trasalire nel petto come leone in gabbia? Imperciochè, qui stava il punto: il Garibaldi aveva ragione del torto altrui. Veruno, ch'io sappia, considerò cotesto caso sotto il suo aspetto giusto ed unicamente vero; Giuseppe Garibaldi dittatore, pigliando su di sè non essere mestieri Assemblea costituente per fermare i patti dell'annessione di Napoli al Regno italiano, mallevò che le cause le quali lo persuadevano sarebbero state compite e subito; perchè opera interrotta affligge più dell'opera ruinata, significando la prima impotenza o inanità di consiglio nel fabbricatore, la seconda, forza di casi, ed empia virtù del tempo; del primo fatto, la colpa sempre intrinseca, e in facultà tua o astenertene, o emendarla; del secondo, nè tua, nè a te concesso riparare. - Il Garibaldi si trovò nella condizione del garante quando manca il debitore principale: tremendo carico gli stava addosso per la Patria, pei popoli fiduciosi in lui, per la democrazia, per la propria fama, patrimonio suo, ma e ad un punto e della Italia.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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