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      Intantochè la stampa, pari all'asta di Achille, non abbia curate le ferite che ha fatto, sopportiamola come si sopporta il fumo che precede la fiamma, letizia degli occhi e ricriamento delle membra assiderate.
      Poichè questa nostra resurrezione, mercè la setta stupida ed iniqua, che sì argomenta, assai si rassomiglia ad un campo-santo, e poichè l'alba con tanta ansietà aspettata si manifesta col raddoppiare del buio, mi proverò io a compire il debito della nuova generazione: nelle notti di estate, quando l'oscurità afosa ingombra fitta la terra, anco la lucciola pare una stella.
      Una volta io possedeva una cosa buona, e la gioventù un'altra, cento cotanti migliore; io aveva il braccio forte, la gioventù un petto pari all'antico ancile(3) lo scudo venuto dal cielo, onde allorchè io ci battevo sopra, quel cuore-scudo sprizzava scintille d'ingegno e di virtù; ora, vedrete, il suo rumore sbanderà impauriti i giovani quasi colombi alla pastura.
      Mi si dice esserci noi discostati dalla servitù; questo può darsi: io domando questo altro: di quanto ci siamo accostati alla libertà? - Tu gitti, mi si risponde, sopra la carta la tua anima come lava ardente, e veruno ti torce un capello; un dì per questa colpa quante carceri hai tu visitato? - È vero, io sussurro sgomento, ma la carcere ci appariva gioconda quasi stanza nuziale, perchè l'onda delle passioni popolesche sommossa dalle nostre parole, ne percoteva i muri come mare in tempesta: confidavamo che le sarebbero state seme di verace libertà: - coraggio, gridavano l'uno all'altro, erpichiamoci anco su quel dirupo, superato quel monte, addio nevi, addio dolori, e fatiche; la Libertà ci aspetta tutta amorosa a mo' che apparisce la sua benedetta culla, la Italia, a coloro che scendono giù dal Moncenisio.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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