Noi pertanto abbiamo bisogno di Roma, conciossiachè durando la Francia in cotesta nostra terra, sorgano due necessità; la prima, in lei di tenerla ai comodi suoi, e ai danni nostri; la seconda, in noi di odiare la Francia quanto Austria, e peggio, chè la offesa del fratello e dello amico irrita gli animi troppo più profondamente che quella mossa dal nemico. -
Noi abbiamo bisogno di Roma. Il Papato, un dì, camminò sul tramite che gli segnava il sangue di Cristo e apparve al mondo verace ministro di lui... ma giunto al bivio forviò mettendosi su la strada dei beni terreni, e poichè allora precedeva la intelligenza universale, intese a comporre con la venerazione, gli errori, la potenza, e le altre cose di cui aveva copia un'argine oltre il quale non si dovesse avventurare la umanità, pena il fuoco dello inferno; quando poi ella vide, che se non gli uomini tutti, almanco taluno, di questo fuoco lontano non temeva le scottature, ci surrogò un buono, e bel fuoco di fascine da cocere il pane e calcinare le ossa degli eretici. - Nè valse; le colonne di Ercole mal poste nel mondo fisico, peggio si presume porle al mondo morale, e la Chiesa per opinione mia, sparse il seme della sua ruina il giorno in cui si affermò compita; imperciocchè limite nello spirito sia immobilità, attributo della materia; da quell'ora in poi ella fu impedimento in mezzo della via; da prima, lo intelletto umano si sforzò forarlo, e ci riuscì con le riforme le quali traversando a fatica per cotesto pertugio tanto o quanto uscirono mescolate co' frammenti che ne staccavano, e ciò fu molto rispetto alla negazione, poco per la filosofia, o vogliamo dire per lo specolare liberissimo della umanità, il quale sdegnoso di ogni sentiero, che apertissimo non sia, ha cumulato onda sopra onda, e adesso passa su cotesto ostacolo senza pure far gorgo.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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