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      - Che vorrete contrapporre voi altri sacerdoti, e sacerdotali? Per avventura, che ogni partito fu sempre giudicato buono quando o si difende, o vuolsi ricuperare il proprio? Di questo a suo tempo: intanto il Papa è o no! vicario di Cristo? - È. - Badate, Cristo rampognava Pietro quando percosse Malco i! servo del sacerdote Kaiaffa: "riponi il ferro; chi di coltello ammazza conviene che muoia." Ora, di grazia, gli è questo il Cristo di cui si chiama vicario il Papa ovvero un altro?
      Veramente, che i preti a Roma si sieno fatti complici di quanti masnadieri ci vomita il mondo da loro non si nega; anzi, si ostenta senza pur darsi pensiero che a cotesto modo operando rendono aborrita quella religione sotto la quale riparano i fatti nefari. La religione, essi pongono, come Federigo Barbarossa sospese vivi i corpi dei tortonesi prigioni, intorno alle torri nello assedio di Tortona, io vo' dire perchè i cittadini cessassero il saettame, o continuando, prima di arrivare ai suoi arnesi di guerra, traferissero i petti dei congiunti: ma se taluno si attentasse negare il rapporto della commissione d'inchiesta intorno lo stato delle provincie meridionali, io noto, che ne allego i fatti non già la esposizione, la quale dice e non dice, rivela e nasconde, biasima e loda, come le balie (ho udito raccontare) un passo ella muove innanzi e due indietro... si mostra e non si mostra, pari a Bertoldo quando si presentò con un vaglio davanti la persona al re Alboino; al pane sembra che senta orrore dire pane, e sasso al sasso, la piglia larga, e poi stringe a randa, leva a cielo la giustizia e il diritto per nabissare l'una e l'altro a mo' dei saltatori, che si tirano indietro e pigliano la rincorsa per isfondare i cerchi: i diritti altrui dissimula, gli spogliati oltraggia, e sovente ti richiama al pensiero quel Fimbria, di cui narra Valerio Massimo, che ai funerali di Caio Mario investì Scevola ferendolo malamente nel volto, e poichè costui si salvava fuggendo, Fimbria imbestiato gridava volerlo accusare al popolo; di che taluno maravigliando lo interrogava, che mai potesse apporre a Scevola, e Fimbria rispondeva: "- non avermi lasciato ficcare tanto il mio stile nel suo corpo da poterlo uccidere.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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