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      D'altronde ne vanno piene le storie dei tempi. Parliamo del 1847, che lo colse mentre, con altri nati in Arcadia(17) si godeva ministro il buon Solaro; ora questi nel suo celebre Memorandum stampato proprio a Torino nel 1851 ci afferma essere stato il suo adorabile padrone tenace profondamente della regia potestà, ossequentissimo alla santa madre, la Chiesa cattolica, appassionato della indipendenza italiana, la quale (intendiamoci bene) a dire del conte ministro, dal suo adorato Signore ponevasi nello estendere quanto meglio per lui si potessero i proprii dominii(18): in omaggio al diritto divino, ed alla esaltazione della Chiesa protesse Don Carlos nella Spagna, la Duchessa di Berry in Francia, i Gesuiti da per tutto spendendoci attorno fiore di moneta, anzi per fine tanto lodevole s'indebitò. - Quando temè essere aggavignato dalla necessità, e non lo era, prese a tartassare, Dio lo perdoni, il beato Padre, ma ei lo fece per non perde; credito presso i liberali, e potersi avvantaggiare di loro nella prossima guerra, vinta la quale, e messo al largo proponeva convertirli tutti non senza speranza di riuscita, quando poi gli fossero tornati corti i presagi gli avrebbe spenti in pena della ostinazione loro. Di qui tu hai la chiave per capire la causa, onde gli aiuti francesi furono ricusati, le dimore in Lombardia, la repugnanza dalla Venezia; quindi l'astutezza non mai commendata abbastanza di mutare regia la guerra nazionale, e la giusta paura gliene scappasse dalle mani il governo, paura, che anco il mio augusto genitore partecipò col miscuglio di una seconda paura. e fu questa: che dei tre esiti della guerra tutti e tre gli approdassero a rovinargli un picchio tra capo e collo; imperciocchè, il mio augusto genitore, dando le spese al suo Cervello, faceva il conto così: se gli Austriaci ci zombano perdiamo egli ed io; così, del pari se la rivoluzione ruba la mano a lui, dove sbatacchierà me, non lo so nè manco io; ecci il terzo caso, che ei vinca, e allora ei vincerà per se non per me, e potrebbe anco darsi contro me; per le quali ragioni e cagioni se il padre mio richiamò di un tratto la sua gente, non sembra che deva poi scomunicarsi in cera gialla.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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