Col sistema di antitesi per gittare durevole il fondamento al regno della sua stirpe, io vedo Napoleone avvilupparsi dentro una rete di contradizioni, che ad ogni istante pių lo stringe alla vita. La guerra contro la Russia fu bandita a nome della civiltā, e smussate appena le ugna all'orso si tira indietro salutandolo civile; nč quella la causa della guerra, nč della pace questa: causa vera dell'una come dell'altra stringergli con la mano della Francia forte la zampa, e fargli sentire, che lui aveva a sopportare nel concilio dei Re: di ora in poi come non iscritti gli sgraffi, che l'orso russo aveva, in luogo di firma, messo sotto i trattati del 1815. Pari intento il Napoleonide si propose e conseguė nella guerra d'Italia; lui sentano, e lui tremino i Re per rinnovare insieme la catena dell'autoritā al genere umano; l'Austria si penta avere disprezzato il nuovo, e tradito l'antico Napoleone: perchč aborrirli parenti? Non li battezzarono signori la violenza e la frode? Quale altra origine ebbero i superbi imperiali della casa di Asburgo? Di vero, come altramente intendi la sua scesa in Italia? Il bando di affrancarla intera, e il vanto di piantare la bandiera da per tutto dove ci fosse a proteggere una causa di civiltā, e poi chiamarsi contento di una provincia sottratta agli artigli dell'aquila imperiale, e la sollecita pace? - Peggio poi, se confronti questi suoi atti con lo avventuroso valicare dell'oceano, e con tesoro inestimabile e sangue generoso di Francia, sommettere uno stato per farne dono a quella stessa casa da lui sbattuta in Italia?
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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