- Luigi XII Re mercante vende libertà, e tirannide, cresce esca alle discordie, ed altre ne suscita; negozia come le Parche filano, per tagliare mortalmente ad ora ad ora il filato; il Regno di Napoli si spartisce con Ferdinando il Cattolico a mo' di fanciullo che si divida una mela col compagno arrapinato; semina la Italia di ossa italiane, ma altresì di francesi. Quale amico si fosse costui sel seppero i Fiorentini, messi quasi olive nel torchio con modi da disgradarne ogni matricolato usuraio per ispremere loro di sotto pecunia; e con parole, non come adesso sanno adoperarsi pompose di amore per il genere umano tutto quanto senza pure pretermettere un cosacco, e non dimanco a volta a volta acerbe o benigne ora altalenava per Pisa libera, ed ora per Firenze padrona; risucchiato poi l'osso lasciò Pisa ai Fiorentini perchè se lo rodano. Francesco I dei peccati mortali superò i dieci non che i sette; materia affatto agitata principalmente dalla lussuria, dall'ira, e dalla superbia: anch'egli empiè la terra di morti: massime la Italia contrastando senza concetto regio all'emulo Carlo imperiale concetto per la propria immanità condannato a screpolarglisi nelle mani, ed era la conquista del mondo, o di quanto più mondo si potesse; poi rifinito patteggia la pace tradendo i collegati suoi. Qui si manifesta non meno trista, ma più aperta che altrove la perfidia di Francia, imperciocchè da un lato si aizza vano i Fiorentini, e gli altri stati italiani a intorarsi nella guerra contro Cesare, e a chiudere gli orecchi ad ogni proposta d'accordo, e ciò perchè i negoziatori imperiali non salissero in baldanza nelle trattative di pace a Cambraio facendola alla Francia pagare caro.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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