Rispetto alle gabelle sopra i consumi cresciute, e alle altre imposte, uomini intendenti, e amici del Ministero non mancarono ammonirlo: "mala via tieni; dazio aumentato risponde a consumo diminuito. Già ne hai esempio in Patria: fuori osserva: la Inghilterra, la quale tre volte infedele al principio ormai levato alla dignità di assioma nella scienza ha voluto aggravare la tassa del caffè, del tè, e degli spiriti, e tre vide percossa terribilmente questa rendita della finanza; nella sola Irlanda scapitò l'erario centodiciassette milioni, e seicentocinquantamila franchi; cresciuto il dazio anco sul tabacco, nella sola Irlanda resultò un meno di Libbre 4,070,000, sgabellate(38)."
Il Ministro di sè glorioso a ciò non bada bambinante in quel suo riso di San Luigi Gonzaga. Anco gli amici, come gli avversari, gli aggiungono: "pensa, o uomo a cui la somma potestà della Italia avrebbe dovuto cascare sul capo come il tegolo su quello di Pirro, pensa che le nuove tasse sono torchi stringenti le pietre dove non incontrino il correspettivo della ricchezza pubblica, nè questa può essere nata così di punto in bianco. Tu operi gravemente quello, che il Senatore Gianni uccellando consigliava al Granduca Pietro Leopoldo scorrucciato perchè la gabella delle porte fruttava meno del presagio: - ne apra delle altre Altezza, e le gabelle raddoppieranno." Non basta; quei dessi amici, ed emuli altresì continuano a dirgli: "avverti, per Dio! che la Italia ti sta nelle mani pari a vaso di alabastro ad un fanciullo; se mai ti cascasse in terra per colpa tua si ridurrà in minuzzoli.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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