Ma volendo dare un taglio sul più o sul meno come reputeremo possibile vendere, durante l'anno 1864, i vostri centoventiquattro, o come altri pensa che ne farebbe di bisogno, duecento milioni di beni? In arroto ai centocinquanta milioni di Buoni del Tesoro che occorre (oltre i 150, che già ci sono) buttare sul mercato, e con lo sconto della moneta all'8, al 9, e non si prevede a quanto per cento; - imperciocchè le cause della carestia del danaro non sembra sieno per cessare adesso, là dove sieno vere quelle, che allegano. Altri con molto senno notò, che avendo ad alienare per sopperire ai bisogni del 1863 cinquanta milioni di beni demaniali il Ministro e la Commissione assai confidavano sopra la istituzione del Credito fondiario, la quale essendo mancata la vendita procede lenta, e infelice. Ora se ciò avvenne nel corrente anno per cinquanta o come cammineranno diverso le faccende nell'anno 1864? Forse il Credito fondiario venne accolto? Il Ministro Manna, avendo fitto nel Parlamento con mirabile agevolezza la pala, si avvisò piantarci così di straforo anco il manico, ed incontrò lo scoglio: il soperchio ruppe il coperchio, e il Credito fondiario fu riposto in soffitta come i trabiccoli a giugno. - Il mercato del danaro proviamo scarso, e non si vuole la mente di Galileo per prevedere, che le vendite si opereranno con meno facilità andando innanzi per lo stremarsi delle borse nelle compre antecedenti. Il Ministro dopo consumata la fede ora mette mano alla speranza (un vero saccheggio a tutte le virtù teologali, sicchè noi altri possiamo chiudere bottega) e ci squaderna in faccia gli ostacoli avere a sparire; proporsi vendere all'asta o per trattative private; sconterebbe i prezzi pagabili a rate dentro cinque, e dieci anni.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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