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      E se la Italia terminasse col regno di Napoli, ed una parte di Sicilia, e di Napoli potesse riempire lo spazio fra terraferma e la Corsica, allora Firenze come centralissima potrebbe costituirsi meritamente capitale.
      Donde tu apprendi chiaro, che al pensiero del gran Capitano non si affacciasse mai per capitale Torino. Che se l'autorità di un tanto uomo avesse mestieri di un po' di rincalzo io ci aggiungerei quella di Ubaldino Peruzzi, il quale ci ammaestrò da Torino non potersi governare la Italia, là dove questo personaggio non si fosse smentito dichiarando potersi governare la Italia da Torino finchè non si conseguisse per capitale Roma; e questo parve contradizione, conciossiachè se non può reggersi la Italia da Torino in modo assoluto, molto meno (anzi la difficoltà cresce) non avendo Roma, o standoci contraria: tuttavia queste che paiono a noi contradizioni, potrebbe darsi, che fossero profondità di consiglio a cui il nostro corto intelletto non arriva. -
      Napoleone ai giorni nostri tanto più avrebbe a preferire Roma per capitale d'Italia quanto che adesso con le strade ferrate viene in certo modo diminuito lo spazio se giova; e se non giova si rimette come prima, potendosi in caso di bisogno rompere i ponti, turare botti sotterranee, buttare all'aria carreggiate. Roma quasi naturalmente diventa il nodo delle ferrovie, che dal settentrione mettono capo al mezzogiorno d'Italia, e se soltanto di strade militari Roma antica ne annoverava quindici ora potrebbero occorrendo con molta agevolezza moltiplicarsi non considerando più impedimento nè picchi impervii, nè torrenti indomati.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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