Intanto io mi addoloro alla passione delle donne di Alba, le quali, dopo distrutta la gioconda loro cittā, furono condotte repugnanti a respirare le nebbie del Tevere, fermandosi sopra la povera collina di Cornelio, donde potevano ad ogni momento volgere gli occhi desolati al paradiso ch'elleno avevano perduto."
Rimpianti antichi e comuni in Italia, dei popoli, i quali tolti dai luoghi montanini furono avviati a vivere vita meno agreste nei piani; cosė fra noi Toscani Fiesole. Al Goethe poi, giovane allora e vago di venture, il tempo per considerare meglio non sovvenne, e coteste sue parole balestrate a vanvera rimangono piuttosto a detrimento della fama di lui, che pregiudizio a Roma, a cui i colli fecero sempre temuto schermo se consideriamo da qual lato movessero gli assalti al tempo del contestabile di Borbone, e a quello di che ora noi favelliamo. Molti hanno scritto delle grandezze di Roma, e noi stessi pių volte secondo ci dettavano meraviglia ed amore; la sua miseria, come succede, vinse la sua grandezza di assai. Il Montaigne afferma che di Roma antica non rimane pių il cadavere, anzi nč pure il sepolcro, avendo i suoi nemici seppellito anco quello; Lutero a sua posta la deplora come mucchio infelice di ceneri, le case ora cominciano dove un dė terminavano i tetti, e tante erano le macerie, che ingombravano ai suoi tempi le vie, ch'egli ne accerta averne vedute fino all'altezza di due lance di lanzechenecchi; le volpi durante il giorno appiattate pei ruderi del Palatino vanno nella notte a bere nel Velabro.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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