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      Che se la politica, e la economia indicano Roma capitale d'Italia, ragioni di etica ci sospingono gli spiriti italiani. Che importano libri costà? Lì ti parlano le ruine, e i sassi, e t'imprimono solenni insegnamenti. Odi Lutero; quando ei prima la vide racconta, che cadde sopra le ginocchia, e levate le mani al cielo esclamò: "Salute Roma, o la santa, o la consacrata dal sangue dei martiri... e pure adesso tu sei cadavere, mucchio di cenere."
      L'altro tedesco, cui reputò bello convertire la sua musa di fuoco in istatua di marmo, Pigmalione alla rovescia il quale rapiva il fuoco celeste per animare la sua creatura di marmo, il Goethe scriveva di Roma: "altrove ti è mestieri cercare, qui la copia ti opprime: ad ogni passo ti occorre o palazzo, o giardino, od arco di trionfo, o intercolonio, o ruina, o casuccia, o presepio così fitto che tu potresti disegnare ogni cosa sopra il medesimo pezzetto di carta. A che serve una penna? Qui bisognerebbe possedere mille stili, e non pertanto ti sentiresti vinto ogni giorno dalla sorpresa, dall'ammirazione, non meno che dallo spossamento. - Contemplando questa città che dura da oltre venticinque secoli tante volte, e così pienamente trasmutata di forma e d'indole, e che nondimanco sta sempre sopra la medesima terra e spesso co' medesimi chiodi, e co' medesimi arpioni, talora crediamo assistere al gran consiglio del destino, e partecipare ai suoi eterni decreti. - Roma è scuola solenne, dove ogni dì t'ispira troppe più cose, che tu non puoi con parole significare; e sarebbe spediente dimorarci per secoli chiusi dentro silenzio pitagorico(68)."


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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