Roma imperiale è morta, e nonostante le jattanze dei preti le tiene dietro Roma sacerdotale. Il Vaticano in breve starà di contro al Campidoglio come sovente occorrono nei tempii cattolici un sepolcro dirimpetto all'altro; la Roma nuova ha da meritarsi lo emblema, che ho detto vedersi nella medaglia coniata in suo onore ai tempi di Nerva, col timone nelle mani, quasi preposta a guida del mondo; imperciocchè fosse antico instituto di lei dare la nozione del diritto ai popoli jura gentium; e le sue leggi meritamente si chiamassero la ragione scritta, onde come i ruderi delle fabbriche romane ti occorrono per tutta la terra conosciuta, i frantumi dei sapienti responsi dei suoi giureconsulti tu trovi in ogni codice di popolo civile; nè questo, io penso, deva riputarsi vanitosa prosunzione, però che posto ritornasse in fiore un senato romano il quale stesse a pari dello antico invece di ricorrere all'arbitrato di qualche principe divenuto savio più che per altro per anni, e per isventure lice credere, che volessero preferirgli un consesso di uomini per forte volere temperanti.
Roma di tutto ti si farà maestra, nè con parole inani, tristo retaggio del secolo tabella, bensì con esempi gagliardi i quali solo possono rimettere i nervi a queste nostre generazioni sfatte. Sì tu apprenderai a che meni lo screzio tra patrizi, e plebei, e come sia più prudente invece di partecipare a questi i privilegi dei primi, torre via le disuguaglianze non solo al cospetto della legge bensì per quanto fie possibile nelle sostanze mercè gli ordini della buona economia, negl'intelletti in grazia della diligente educazione.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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