Nè altrove come a Roma tu avrai esempi del modo col quale la uguaglianza civile con tutte le potenze dell'animo si prosegua, e del modo feroce onde si punisce chi la insidia. Genuzio Cepione pretore mentre esce da una porta percosso da non so quale prodigio consulta gli auguri, che lo chiariscono lui destinare i fati a re di Roma ove mai ci ritornasse: da tanta scelleraggine aborrendo ci si condanna a perpetuo esilio. I Romani in memoria del fatto ed in laude dell'uomo su cotesta porta ponevano la sua immagine condotta in bronzo; però la porta ebbe nome di Raudusculana, chè in antico il bronzo si chiamava raudera. - Spurio Cassio Vescellino sendo tribuno della plebe propone primo la legge agraria per gratificarsi il popolo nel pravo intento di assoggettarselo poi. Cessato lo ufficio il padre Cassio convoca il consiglio di famiglia di parenti, e di amici, e lui accusa e convince d'insidia alla libertà della Patria; da tutti dannato ordina il padre si uccida con le verghe; il suo peculio consacra a Cerere; e Plinio ricorda avere veduto ai suoi tempi il simulacro di Cerere fatto col danaro di Spurio Cassio(72). Bruto ammazza Cesare senz'altro rito, che con ventitrè pugnalate. Questi i tiranni pallidi di paura urlano essere atti feroci, e meritamente; costoro fanno il loro mestiere; ed è ragione, che lo ripetano a coro i complici della tirannide. Diversi noi, consideriamo che pigliare un giudice e mutatolo in mannaia mozzartene il capo, ovvero la legge e convertitala in corda stringertene il collo, o i figli del popolo ed avventarli soldateschi mastini alla gola del popolo, troppo più rimescola sottosopra il consorzio civile che non il pugnale immerso nel cuore al tiranno.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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