Benefattore della umanità è quegli, che appresta lavoro alle mani, e scienza allo intelletto del popolo: ricordi sempre costui come quando il cozzone intende saltare sopra le groppe del puledro gli presenta blando nel cavo della palma la biada, e Cesare mentre con le larghezze del suo testamento pare liberale al popolo romano porge la cima della catena di cui lo ha avvinto al successore Ottaviano: il popolo corrotto la celebrò bontà di amico, e fu libidine di tiranno che nè anco per morte si attuta.
Nella città eterna imparerai a parlare come Aulo Cesellio il quale interrogato che mai gli desse balìa a riprendere acerbo come faceva le iniquità dei Cesariani rispose: i molti anni, ed i punti figliuoli; ovvero come Marco Castricio, il quale negava gli ostaggi commessi alla sua fede a Cneo Carbone, ed a costui, che presumeva atterrirlo con le parole: "bada ch'io ho molte armi;" egli mansueto diceva: "ed io molti anni." Ed anco piglierai norma di onesto e forte vivere da quel Caio Blosio amico di Tiberio Gracco e della sua fama, non già della sua fortuna, che interrogato da Lelio per ordine dei Senatori a fine, che esecrando il male condotto amico con le nuove parole si procurasse perdono della colpa antica ei repugnò come da azione abominevole; e quante volte gli domandavano: "ma se Gracco ti avesse ingiunto di sovvertire il tempio di Giove l'avresti tu fatto? E se Gracco ti avesse comandato di appiccare le fiamme a Roma l'avresti tu arsa?" Ed altri cosiffatti vituperii, tante ei rispose: "Tiberio Gracco non era capace di ordinare scelleraggini.
| |
Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
|
|
Cesare Ottaviano Aulo Cesellio Cesariani Marco Castricio Cneo Carbone Caio Blosio Tiberio Gracco Lelio Senatori Gracco Giove Gracco Roma Gracco
|