La Chiesa assetata per colpa del liquore che beve, male sopportando anzi aborrendo durare pari co' potenti delira oltrepotere su tutti: e poichè dopo Samuele apparvero i re, ci stieno; a patto però che servano di pavimento ai piedi del sacerdote; e il mondo parve salvato dal diluvio universale dell'acqua piovana perchè sommergesse dentro un'altro diluvio di acqua benedetta.
Poichè il superbo intento andò in pezzi rotto dallo schiaffo sopra la guancia di Bonifazio VIII entra il periodo dove vediamo nel Papa mantenersi, ed anco crescere la libidine di dominare popoli e re sopra la terra; ma ogni giorno scema di potenza, quantunque qualche volta gli dieno ad intendere il contrario anco quelli che ci credono meno, a fine di mettere Dio complice nel misfatto commesso immaginando consacrare la usurpazione col depositarla sopra la tomba di San Pietro; il prete ora si rileva, ora casca, e diverso da Anteo ad ogni caduta perde di forza. Quello, che portò a Roma il flutto della barbarie, la civiltà ritoglie; la libertà riscatta quanto il prete ghermì alla scure del Franco; la lampada sdegnosa di essere tenuta sotto il moggio ad ardere pel prete, appiccato il fuoco al carcere illumina tutti i figli di Adamo; non anco è sorto il sole della verità nella pienezza dei suoi raggi, ma le tenebre dello errore si diradano ogni momento di più. La Chiesa di Roma oggi presenta lo spettacolo miserabile dell'uomo decrepito, che combatte con l'agonia; intorno al letto le fanno corona servi interessati, ed intrusi stranieri per involare parte del suo retaggio ai legittimi eredi.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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