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      Gli Egizi e gli Ebrei furono un dì governati da sacerdoti, ma poi il Signore separando questi due generi di vita dichiarò l'uno sacro, l'altro politico; questo unì alla materia, quello a se; i Principi ai negozi; alle orazioni noi. Perchè congiungerete quello che Dio separò? Perchè imporci un carico impari alle nostre spalle? Se abbisognate di protezione volgetevi a cui fu preposto alla esecuzione della legge. Avete bisogno di Dio? Andate dal vescovo. Scopo del vero sacerdote la contemplazione la quale mal si accorda con l'azione(106)." Il testo famoso di Gelasio e la lettera di Gregorio III a Lione l'Isaurico occorrono significati, anzi copiati(107) nella epistola ottava scritta da Nicolò I papa a Michele III imperatore: "concedo prima di Gesù Cristo taluni essere stati re, e sacerdoti insieme, ed il demonio ha imitato questo nella persona degl'imperatori pagani, i quali erano altresì sommi pontefici, ma apparso colui che fu re e sacerdote vero, lo imperatore non si appropriava più i diritti del sacerdozio, nè più il pontefice usurpò nome regio. Imperciocchè quantunque tutti i sacerdoti sieno schiatta sacerdotale ad un punto e regale, Dio però consapevole della umana debolezza, e desideroso di salvare i suoi in virtù della umiltà volle separare gli uffici dei due poteri per modo che gl'imperatori cristiani, abbisognassero dei Pontefici per la vita eterna, ed i Pontefici andassero soggetti agl'imperatori nelle cose temporali. Colui pertanto che serve Dio non s'intrometta nelle cose del secolo, come colui che attende alle cose del secolo non s'intrighi nelle cose divine.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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