Doveva parere un po' strano al re Etelberto che per divenire meglio vestito dovesse cominciare a spogliarsi, pure bebbe grosso, e donò la prima terra a santo Agostino ed ai suoi monaci, le altre se le pigliarono da loro: il peggio era che i Sassoni gente dura male consentiva lasciare le cerimonie vetuste della barbara religione, sicchè non sapendo che pesci pigliare mandava a Roma per consiglio, e Gregorio lo ammoniva a far la gatta di Masino, sopporti i sacrifici di vittime, lasci stare gl'idoli, non tocchi i tempii, si pigli ogni cosa in santissima pace a patto di appoggiare l'alabarda; e così fu; indi a breve Offa ammazza Etelberto; dai morti non ci ha modo di cavarne costrutto; i preti si voltano ad Offa al quale danno assoluzione plenaria a patto che paghi a Roma un tributo annuale intitolato danaro di San Pietro; tale l'origine di questo danaro, che Cesare Cantù non aborriva ricordare nel Parlamento italiano come esempio imitabile; un dì lo somministrò alla Curia romana il tradimento, oggi lo paga il fratricidio. E poichè il prete tiene assai della natura della Fama di Virgilio, che in andando cresce, così a cotesti tempi rimoti con celerità spaventosa, egli impose decime sopra le mercedi degli operai, sopra il soldo dei soldati; che più? fino sopra il turpe lucro delle meretrici. Siccome suole, la ingordigia troppa adesso aliena gli spiriti; chi paga, e chi non paga; di più, rotta una maglia aumenta la voglia nei Sassoni di affrancarsi dalla catena, per la quale cosa cacciano di sede Roberto di Jumieges eletto vescovo di Cantorbery dal Papa; allora Alessandro II lucchese si lega co' Normanni, incitato da Ildebrando monaco; questi capo dei frati accattoni, quegli pure paltoniere e tignoso, onde quando lo menarono intorno a processione il popolo gli urlava dietro:
va via lebbra; va via bisaccia.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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