Onofrio Panvinio, che se ne intendeva afferma, che la tiara non adoperarono i Papi prima del sesto secolo: quanto al triregno è trovato più moderno assai; lo immaginò Paolo II veneziano nel 1474 per simbolo dell'autorità spirituale nel cielo, nello inferno, e sopra la terra; come vedete e' ci entra ogni cosa.
Dai, dai favorendo l'abiezione dei popoli conquistati e la barbara ignoranza dei conquistatori i Papi già toccavano il dominio temporale, arnese necessario per primeggiare, quando ecco in contrario un duro intoppo nei Langobardi, mentre quasi erano giunti a scivolare di sotto agl'imperatori greci non senza però, che chi primo stese le mani non le ritraesse scottato; così vero questo che Martino I essendosi attentato a farsi consacrare senza il consenso dello imperatore, e di più avendo di propria autorità convocato un Concilio in Laterano lo imperatore Costante lo mandò in esilio a Chersona dove gli venne meno la vita: costui fu ribelle, e lo ciurmarono santo: nè di ciò troppo ci preme; solo ci giova avvertire, che non sempre la Chiesa romana tenne fermo il precetto di obbedire alle potestà civili comecchè discole, e di ciò abbonderanno, fra non molto, conferme. Vitaliano Papa caldeggia le parti di Costantino Pogonato contro Mecezio; e poichè la morte gli toglieva il modo di esigere il prezzo del favore largito a Costantino, i successori suoi Agatone, e Benedetto II tanto lo importunarono, che quegli ne ottenne la dispensa di pagare i tre soldi di oro per la conferma della sua elezione, questi facoltà di pigliare possesso del suo officio senza l'assenso imperiale; più avventuroso di tutti Costantino papa il quale non rifuggì da mettersi al repentaglio di andare fino a Costantinopoli a salutare il ferocissimo Giustiniano II, dove con arte, ignorasi se buona o rea, si adoperò ad ottenere da costui la conferma dei privilegi della Chiesa romana, mentre costumando come il buon marinaro, che ormeggia il suo naviglio a più cavi, Giovanni VII la medesima conferma aveva già riportata da Ariberto II re dei Langobardi.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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