Queste le aperte offese, troppo peggio le segrete con le quali spingeva i popoli a farsi forti su le armi, a negare il tributo onde i Greci mantenevano i soldati in Italia; mentre per altra parte le milizie stesse incitava a disertare dalle bandiere, e gli veniva fatto anco troppo, girandovi dentro danaro come l'esca per pigliare i pesci. Lo imperatore infellonito confisca i beni, che possiede il Papa nelle Calabrie ed in altre provincie dello impero. Gregorio a posta sua scomunica Leone, scioglie dal giuramento i Romani cui conforta con tiro pretesco a costituirsi in repubblica; egli contento di proteggerla col titolo di presidente. - Di qui tu lettore argomenta, che la potestà temporale del pontefice è fondata sopra la ribellione a cui per dare colore di diritto il prete astuto chiamò in soccorso il popolo,unico, vero e perpetuo signore della terra, la quale egli formava per la massima parte con la cenere dei suoi padri.
Ad arruffargli i disegni non chiesti, e manco desiderati compagni, ecco accostargli i Langobardi dai Pontefici vigilati con sospettosa inquietudine difficile nascondersi a cui brama il medesimo fine di te. Con industrie sottilissime il Papato impediva i Langobardi si allargassero in Italia; molestamente patì che si voltassero al cattolicesimo, e quantunque nella congiuntura del figlio partorito da Teodolinda ad Agilulfo catecumeno novello con magnifici doni li presentasse non attese meno alacre ad attraversarli occultamente; quando poi Agilulfo, incoronando il figlio incise intorno alla corona la leggenda: "Agilulfo per la grazia di Dio uomo e glorioso re, di tutta la Italia offre a San Giovambattista nella Chiesa di Monza" il Papato se la legò al dito, e certo pensò "prima che questo accada ci voglio essere anch'io.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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