Leone e Carlomagno conferirono insieme a Paderborn, e stabilito quanto era da farsi tornano di conserva in Italia: da prima il re convocati i Romani intima loro ad esporre le accuse contro Lione, e giudicarlo; di faccia ai ferri parati a tagliare la gola a cui si attenta dire, gli accusatori tacciono, i giudici dichiarano non potere giudicare chi Dio pose giudice a tutti; ma Leone con gran voce esclamò: aborrire ogni privilegio volersi purgare, l'avria fatto il dì veniente; alla dimane salito in bigoncia stese la mano su gli evangeli e si affermò innocente delle colpe appostegli dai Romani. Tanto bastò, e pel:
rotto della cuffiaE' se ne uscì più chiaro della stella.
I preti intonarono le litanie, laudando Dio, la Vergine, e i Santi.
Venuto il giorno di natale il re dopo avere udito messa si conduce a piè dello altare per farci orazione (non si sa chi lo impediva di pregare Dio dal suo posto); mentre sta per rialzarsi il Papa gli pone sul capo la corona gemmata, e sopra le spalle il manto di porpora dando la intonatura al popolo che con triplice grido esclamò: "A Carlo Augusto coronato dalla mano di Dio, grande, e pacifico imperatore dei Romani vita, e vittoria."
Dopo gli urli il Papa gli si buttò in ginocchioni davanti e lo adorò riconoscendolo per suo sovrano(116), poi lo unse, insieme al suo figliuolo: Carlomagno offerse subito a san Pietro due tavole di argento, e calici, e patene con altri arnesi di religione, che valsero un tesoro; e per istare in pace con tutti di preziosi doni presentava altresì san Paolo, san Giovanni Laterano, e santa Maria maggiore.
| |
Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
|
|
Carlomagno Paderborn Italia Romani Lione Dio Leone Romani Dio Vergine Santi Dio Papa Carlo Augusto Dio Romani Papa Carlomagno Pietro Paolo Giovanni Laterano Maria
|