Eginardo nella vita di Carlomagno racconta, ch'ei fu colto alla sprovvista; della sua incoronazione sapeva nulla; se avesse potuto addarsene saria rimasto piuttosto senza messa; nè sonano diverse le altre vite di Carlomagno, chè gli uomini quantunque storici, anzi soprattutto gli storici appaiono pecore per andare uno dietro l'altro senza nè sapere, nè curarsi sapere lo perchè. Carlomagno grandissimo tra i potentati del suo tempo non sembra che avesse a contentarsi di dignità inferiore ad altro principe; questo sempre molestamente avrebbe patito, ma poichè buona parte di terra aveva acquistato a danno dello emulo nè anco era prudenza non mutare sembianza all'autorità; il Papa eziandio trovava vantaggio nel baratto, chè di vassallo diventava quasi pari, e il tempo, e la occasione gli avrieno fornito il destro di levare il quasi: cose ventilate o ferme erano quelle fino da Paderborn; e di vero non si comprende come a Roma, stanziandoci Carlomagno, si fosse potuto mandare a partito il senatoconsulto per eleggere costui imperatore di occidente tra clero, senatori, e popolo romano senza che egli ne pigliasse fumo(117); e se impreparato era come presentò subito san Pietro e gli altri con doni solenni premio di eccelso favore, molto più che altri afferma la mercede due cotanti più ricca e parla di 500 lib. di oro donate a san Pietro, una corona di 50 lib. di oro tempestata di gemme la quale mercè di catena parimente di oro appese davanti l'altare del medesimo santo, calici di oro di lib.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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