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      San Piero Damiano nella vita dello abate santo Odilone racconta, che dopo morto, fu vista la sua anima da un santo vescovo cavalcare sopra un cavallo nero per luoghi romiti, e domandandole questi perchè cagione così dopo morto andasse sopra il cavallo nero cavalcando, quello rispose: il danaro sparso per elemosina ai poveri non avergli approdato avendolo con rapina raccolto; ne troverebbe il santo vescovo altro in certo luogo nascoso, lo pigliasse, e lo donasse per amore di Dio, e questo gli avrebbe fatto gran bene però che da buona fonte venisse. - Anco i santi non isgabellavano papa Benedetto VIII; nè di lui migliore il fratello Giovanni XIX, che gli successe comprata a bei contanti la Vicaria di Cristo, e questo attestano non che altri gli stessi scrittori chiesastici: egli incoronò imperatore Corrado il Salico, e gli fu servo per dominare spietato; sempre con l'oro, e per questa volta, anco con un po' di violenza: a Giovanni successe il nipote Benedetto IV fanciullo di anni, e d'infamia provetto; cacciato dai Romani, che eleggono in sua vece Silvestro III, egli rientra in Roma per forza di arme, dove dimorato alquanto, trovando increscioso il papato, anch'egli a sua posta per ridursi a vita quietamente vituperevole vende vicariato di Cristo, doni dello spirito santo, infallibilità, e ogni cosa per un sacco di ossa a Gregorio VI. Dunque da ciò arguisci, che vissero eziandio Papi i quali non che cedessero parte dei male acquistati beni venderono altresì il sacerdozio; ed anco questo si confessa dagli storici cattolici, solo si aggiunge, che in pena dello errore commesso, la giustizia eterna dannasse l'anima di Benedetto a vagare sopra la terra in sembianza mostruosa e piena di spavento; su di che mi stringo a dire come anco questa la racconti san Piero Damiano; e i santi godono il privilegio di misurare le melensaggini con lo stato.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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