La primazia usurparono i Papi con fraude, e con menzogna non già con luce d'intelletto, Roma antica vinse col ferro proprio, Roma papale col ferro altrui, e l'aspersorio di proprio: che scienza ebbe Roma? Certo superiore a molti barbari, ma non a tutti; e poi ella usò la scienza per rabbaruffare la gente in un pruneto di errore. Nulla in lei viene dal cielo, e nulla dalla potestà terrena, quando mai questa ultima valesse a vendere, o a donare popoli come greggi, la quale cosa risolutamente si nega. Circa a fede, il Papa, in questo successore genuino di San Pietro, ne dubitò, rinnegò Cristo, e non confidando più nella virtù della dottrina (noi lo mostrammo) si appoggiò alle daghe di Costantino, nè a lui solo ma bensì ad altri come Teodosio il grande, e Valentiniano III, entrambi i quali misero il catechismo nelle mani ai littori, e reputarono la carcere più efficace a convertire del pulpito(124). Non contenti di tanto i Papi (anco questo abbiamo detto) fecero condannare a morte chiunque non credesse come loro. Dice bene il de Maistre, che il Papato nei secoli di mezzo tramandò luce; però tacque ch'ella fu luce di fascine. Da Costantino è menzogna che il papa avesse doni; nè si prova gli avesse da Pipino, e da Carlomagno; almeno documenti scritti, e conosciuti autentici s'ignorano: ad ogni modo non gli conferirono assoluto dominio; di fatti Carlomagno ed i suoi successori vediamo esercitare nelle provincie pretese donate al Papa sovrana autorità, come crearci giudici, ed annullare confische decretate dal Papa.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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