Quest'altra più immane; Gregorio scrive ad Orzoco giudice di Cagliari intimandolo a pagare il danaro di san Pietro con gli arretrati, e lo facesse presto perchè gli stavano alle costole Normanni, Toscani, e Lombardi, i quali gli profferivano larghissimi partiti fino a lasciargli la metà della rendita contentandosi dell'altra metà s'egli consentiva loro la conquista della isola: non tardasse dunque a rispondergli se non voleva esporre l'isola al saccheggio, e agli altri mali della invasione: per ultimo (mirabile a udirsi!) commetteva al medesimo Orzoco ordinasse a Iacopo arcivescovo e a tutto il clero a radersi la barba; dove negasse tutti i beni loro confiscasse.
Ora ecco il Papato, che strisciando, e servilmente obbedendo gl'imperatori romano-greci, i franco-carlovingi, ed i tedeschi aveva acquistato come vassallo potenza! intende all'improviso passeggiare su le teste di tutti. Industria somma, perseveranza inaudita, arti moltiplici furono adoprate per venire a capo di questo, ma insipiente ne fu il concetto: chiunque crea instituti per costringere lo spirito umano edifica sopra l'arena, peggio chi lo respinge; a riuscire pel momento giovarono al Papa la minorità di Enrico, e la ribellione dei feudatari alemanni: quanti ribelli, tanti collegati al Pontefice: di fatti i baroni molestati dalla soverchia potestà dello Impero si affaticavano a diminuirla, onde parve bello, ed opportuno avere nella impresa compagno il Papa; avendo a camminare lungo tratto di via insieme non videro, o almeno non vollero vedere il punto dove si sarieno divisi: per la strada, suol dirsi, si assestano i basti, e questo talora proviamo vero, tale altro no: quì si sconciarono.
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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
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