Naturale cosa è, che quegli il quale ora su questo ora su quell'altro si appoggia per tradire tutti, eserciti travaglioso imperio, e sbattuto da perpetua fortuna ad ogni tratto accenni sommergere; di vero più, che mai si drizzano ora minacciosi contro il Papato le ire del popolo, il rancore dello impero, ed uno spirito nuovo sorge ad arruffargli i disegni: ai primi pericoli i Papi pensano provvedere con le crociate: molte le cause di questo rovesciarsi dell'occidente sopra l'oriente; e prima di tutto vuolsi attribuire ad una misteriosa corrente che vuole così: verso le contrade del sole due volte s'incamminarono i Greci condotti da Agamennone, e da Alessandro macedonio, poi i Romani, poi i Crociati: oltre questa spinta naturale colà li chiamava la copia dei beni della terra, che genera ricchezza; la facile vittoria, che in coteste terre il nemico più metuendo sia il cielo inclemente: molto altresì, e sarebbe vano negarlo, la devozione, e per me giudico, che con queste, e sopra queste cause stringessero il consiglio, e l'opera dei Papi di affrancarsi dagli ostacoli così popoleschi come baronali per ricuperare la scemata primazia; nè l'effetto i Papi provarono dispari dai concepiti disegni, imperciocchè di tanto crebbero in potenza quanto ne persero gli avventurosi crociati, e quindi a breve Lucio III perfidia per le immunità ecclesiastiche dagli obblighi feudali; Urbano III intendo restituiscansi i duchi di Sassonia, e di Baviera ribelli allo impero; nega il crisma ad Enrico IV, e torna su la pretensione del retaggio della contessa Matilde.
| |
Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno 1864
pagine 838 |
|
|
Papato Papi Greci Agamennone Alessandro Romani Crociati Papi Papi Lucio III Urbano III Sassonia Baviera Enrico IV Matilde
|